Palazzo del Territorio

(Elisanna Matteazzi Chiesa)

Palazzo del Territorio VicenzaL’angolo tra l’ultimo tratto di corso Palladio e contrà Levà degli Angeli è occupato dal palazzo del Territorio.

Il nome gli venne dato nel ’600, perché qui risiedevano i reggitori della città (sindaco, cancelliere, esattore).

In questa area esisteva il castello di San Pietro, che fu fortificazione durante la dominazione carrarese, usata per impedire lo sfondamento verso Padova da parte di incursioni nemiche.

Nel 1311 alla dominazione carrarese si sostituì quella scaligera (fino al 1387) e gli interventi difensivi si spostarono dalla parte opposta della città, verso il Castello ezzeliniano, dove gli scaligeri approntarono una solida difesa.

Il castello di San Pietro perse così la sua importanza, soprattutto con il passaggio della città sotto il dominio veneziano (1404) dopo la breve sottomissione ai Visconti.

Il castello occupava tutta l’area compresa tra la piazza dell’Isola, contrà del teatro Olimpico e Levà degli Angeli, nella parte nord era limitato dal corso del fiume Bacchiglione, ed era circondato da mura con un camminamento di pietra sostenuto da archetti merlati.

La possente costruzione, perduta l’importanza di macchina da guerra, mutò via via destinazione e sui muri furono aperte finestre quadrate.

Il castello terminava con una torre, che fu usata con le adiacenze come carceri.

Incendiatosi nel 1474 il lato delle carceri, l’Accademia Olimpica, che perseguiva il sogno di una sua nobile sede, nel 1579 acquisì dal Comune l’area già adibita a prigione per edificare quel teatro Olimpico che, attraverso i secoli, diventerà l’immagine stessa della città.

La parte rimanente durante il dominio veneziano fu adibita a sede delle Milizie territoriali e a deposito delle armi ed era chiamata Armamentario: nei mezzati tra il grande arco d’ingresso e l’angolo sull’Isola prese stanza l’officina dell’armaiolo, fino a quando, nel 1616 il Castello divenne il Territorio, ossia sede del corpo territoriale che amministrava la città. Dopo la caduta della repubblica veneta il Castello assunse diverse funzioni: prigioni, magazzini, scuole, uffici.

Ancor oggi di proprietà comunale ospita oltre la sede dell’Accademia Olimpica, uffici e ambienti pubblici, come l’Auditorium Canneti: sala da concerti, pure ricostruito dopo la guerra.

Il prospetto posteriore del palazzo dà sul giardino attraverso il quale si accede al teatro Olimpico. La torre fino al 1944 fu sede dell’Osservatorio e ne prese il nome.

Il 14 maggio 1944 nel corso di un’incursione aerea il palazzo del Territorio fu colpito da una bomba, che mozzò la torre e aprì un ampio squarcio sul muro perimetrale verso Levà degli Angeli, a partire dalla nona finestra (quella dopo il secondo poggiolo).

Il teatro Olimpico rimase miracolosamente intatto. Dopo la guerra palazzo e torre furono ricostruiti nella forma originale, tranne la torre che ebbe una maggiore elevazione. Il palazzo del Territorio fa angolo su corso Palladio, dove in primo piano, si vede l’ala di palazzo Chiericati.

L’ultimo edificio visibile è palazzetto Cogollo, una stretta e non spiacevole costruzione della seconda metà del Cinquecento, attribuito ad Andrea Palladio e che una tradizione tramandò come l’abitazione del grande architetto, dove questi tuttavia non abitò mai: aveva casa verso mura Santa Lucia.

Considerandone la severa eleganza del prospetto si può pensare alla paternità palladiana, anche se mancano elementi certi sul nome dell’autore di casa Cogollo.

Bibliografia

  • D. Bortolan, S. Rumor, Guida di Vicenza, Tip. Vesc. S. Giuseppe, Vicenza, 1919.
  • E. Chiesa, Vicenza città bellissima, Panda Edizioni, Padova, 1987.

Palazzo del Territorio

L’angolo tra l’ultimo tratto di corso Palladio e contrà Levà degli Angeli è occupato dal palazzo del Territorio. Il nome gli venne dato nel ’600, perché qui risiedevano i reggitori della città (sindaco, cancelliere, esattore). In questa area esisteva il castello di San Pietro, che fu fortificazione durante la dominazione carrarese, usata per impedire lo sfondamento verso Padova da parte di incursioni nemiche. Nel 1311 alla dominazione carrarese si sostituì quella scaligera (fino al 1387) e gli interventi difensivi si spostarono dalla parte opposta della città, verso il Castello ezzeliniano, dove gli scaligeri approntarono una solida difesa. Il castello di San Pietro perse così la sua importanza, soprattutto con il passaggio della città sotto il dominio veneziano (1404) dopo la breve sottomissione ai Visconti. Il castello occupava tutta l’area compresa tra la piazza dell’Isola, contrà del teatro Olimpico e Levà degli Angeli, nella parte nord era limitato dal corso del fiume Bacchiglione, ed era circondato da mura con un camminamento di pietra sostenuto da archetti merlati. La possente costruzione, perduta l’importanza di macchina da guerra, mutò via via destinazione e sui muri furono aperte finestre quadrate. Il castello terminava con una torre, che fu usata con le adiacenze come carceri. Incendiatosi nel 1474 il lato delle carceri, l’Accademia Olimpica, che perseguiva il sogno di una sua nobile sede, nel 1579 acquisì dal Comune l’area già adibita a prigione per edificare quel teatro Olimpico che, attraverso i secoli, diventerà l’immagine stessa della città. La parte rimanente durante il dominio veneziano fu adibita a sede delle Milizie territoriali e a deposito delle armi ed era chiamata Armamentario: nei mezzati tra il grande arco d’ingresso e l’angolo sull’Isola prese stanza l’officina dell’armaiolo, fino a quando, nel 1616 il Castello divenne il Territorio, ossia sede del corpo territoriale che amministrava la città. Dopo la caduta della repubblica veneta il Castello assunse diverse funzioni: prigioni, magazzini, scuole, uffici. Ancor oggi di proprietà comunale ospita oltre la sede dell’Accademia Olimpica, uffici e ambienti pubblici, come l’Auditorium Canneti: sala da concerti, pure ricostruito dopo la guerra. Il prospetto posteriore del palazzo dà sul giardino attraverso il quale si accede al teatro Olimpico. La torre fino al 1944 fu sede dell’Osservatorio e ne prese il nome.

Il 14 maggio 1944 nel corso di un’incursione aerea il palazzo del Territorio fu colpito da una bomba, che mozzò la torre e aprì un ampio squarcio sul muro perimetrale verso Levà degli Angeli, a partire dalla nona finestra (quella dopo il secondo poggiolo). Il teatro Olimpico rimase miracolosamente intatto. Dopo la guerra palazzo e torre furono ricostruiti nella forma originale, tranne la torre che ebbe una maggiore elevazione. Il palazzo del Territorio fa angolo su corso Palladio, dove in primo piano, si vede l’ala di palazzo Chiericati. L’ultimo edificio visibile è palazzetto Cogollo, una stretta e non spiacevole costruzione della seconda metà del Cinquecento, attribuito ad Andrea Palladio e che una tradizione tramandò come l’abitazione del grande architetto, dove questi tuttavia non abitò mai: aveva casa verso mura Santa Lucia. Considerandone la severa eleganza del prospetto si può pensare alla paternità palladiana, anche se mancano elementi certi sul nome dell’autore di casa Cogollo.

Bibliografia

D. Bortolan, S. Rumor, Guida di Vicenza, Tip. Vesc. S. Giuseppe, Vicenza, 1919.

E. Chiesa, Vicenza città bellissima, Panda Edizioni, Padova, 1987.