Giardini del vescovo

(Elisanna Matteazzi Chiesa)

Giardini del Vescovo - Vescovado VicenzaVicenza nasconde entro portoni e dietro mura, giardini e parchi che gli stessi cittadini conoscono poco.

Un’area di preziosa natura in pieno centro storico, lontana pochi passi dalla piazza dei Signori con un’ampia estensione verso sud è raffigurata in questa veduta.

Un’alta mura che corre lungo contrà San Francesco vecchio e contrà della Fascina cinge i giardini del Vescovado, chiamati familiarmente dai cittadini “gli orti del Vescovo”: orti, secondo il costume del Rinascimento, di derivazione dal latino “hortus”, che aveva il significato di giardino, più che quello del nostro orto, terreno dove si coltivano gli ortaggi.

A Vicenza nel Cinquecento erano famosi gli orti di villa Cricoli, dove Gian Giorgio Trissino non coltivava patate, ma le menti degli amici che qui radunava per colti incontri e dotti conversari e per ascoltare le musiche preferite dal padrone di casa, esperto musicologo.

Il Vescovado ha un giardino sul lato della loggia Zeno, poi, oltre questo si stendono prati divisi da piante, siepi, pergole.

Gli alberi sono numerosi e tra questi olivi e salici rendono amabile l’hortus, abbellito da un filare di rose e da qualche fiore spontaneo.

Ma non si tratta di un giardino, le rose infatti erano fiori che nell’antichità crescevano insieme agli ortaggi.

L’ingresso avviene dal Vescovado, ma un portone immette anche da contrà della Fascina.

Di orto propriamente è rimasto un piccolo appezzamento appartato che viene coltivato a scopi commestibili. “Gli orti del Vescovo” sono un’area molto verde, frequentata dagli uccelli e dalle farfalle, che ormai in centro cittadino non trovano più il loro habitat naturale e si rifugiano dove ancora esiste un po’ di verde, un po’ di pace, un po’ di tranquillità, sempre più difficili da trovare nel traffico cittadino, dove gli unici uccelli sono quelli che hanno perduta la libertà e sui davanzali delle finestre, chiusi dentro gabbiette, fanno sentire sempre più di rado i loro cinguettii.