(Elisanna Matteazzi Chiesa)
La veduta è tagliata in due parti dal ponte Pusterla, che unisce il centro storico con il quartiere di San Marco. Il ponte in origine era in legno e fu rifatto in pietra nel 1231: a capo del ponte era una torre con ponte levatoio e porta a saracinesca.
Il nome deriva da una piccola porta: per pusterla, o postierla (dal latino: porticina posteriore) si intende infatti un’apertura praticata in luogo nascosto nelle fortificazioni del Medioevo, per assicurare un passaggio di emergenza in caso di pericolo.
Da questo ponte fa il suo ingresso in città il fiume Bacchiglione.
A destra inizia contrà delle Chioare: chioare o cioare erano i chiodi a uncino ai quali venivano appesi i panni di lana.
Certamente lungo il fiume esistevano manifatture per la lavorazione della lana, che avevano bisogno di grandi quantità di acqua per la fabbricazione e il lavaggio delle stoffe.
Il Bacchiglione è un nome che appare relativamente tardi nella toponomastica della città. Il nome ricorre per la prima volta in un documento del 1070 a proposito di un terreno “prope rio quod vocatur Baccalone” e, pochi anni dopo, nel 1074 a proposito di un terreno “in fine civitatis Vicentiae foris portanova prope rio quod vocatur Baccalone”; in un contratto di affitto del 1199 si parla di un pezzo di terra presso “flume Bakillionis seu Astici”.
L’antico fiume, che in epoca romana attraversava la città era infatti l’Astico, nel quale confluivano le acque del Bacchiglione.
L’Astico, giungendo in città aveva formato depositi alluvionali e, a causa delle piene si era stabilito presso l’attuale ponte Pusterla un lago che lambiva contrà Canove spingendosi verso nord e del quale resta il ricordo nell’attuale toponimo Laghetto, punto ultimo del lago.
Le piene causavano frequenti inondazioni e dopo il Mille l’Astico venne fatto deviare, forse dagli stessi vicentini, nel Tesina e il lago si prosciugò lentamente mentre nell’alveo, mescolate alle acque dei torrenti Igna, Timonchio e Orolo cominciarono a scorrere quelle del Bacchiglione.
Questo fiume nasce da risorgive tra Novoledo, Dueville e Vivaro e arriva in città dopo un breve corso. Il nome Bacchiglione potrebbe essere di origine longobarda, o almeno tedesca, dalla voce ‘bach”, ruscello.
Il Bacchiglione riceve due rami dell’Astichello, in contrà Chioare, passa sotto il vicino ponte degli Angeli, ha la confluenza, deviata nel secolo scorso, nel Retrone, dietro il cotonificio Rossi, scorre per un tratto lungo la Riviera Berica per dirigersi poi verso Padova e, in vicinanza di Chioggia, immettersi nel Brenta.
Al ponte Pusterla il Bacchiglione forma degli isolotti, causati dai suoi stessi detriti. Uno di questi, in primo piano è un ameno giardino ben curato, collegato da un ponticello con palazzo Stecchini-Nussi, bell’esempio del primo Seicento vicentino, con cortile interno a colonne tuscaniche.
Bibliografia
- G.P. Marchini, Vicenza romana. Storia, topografia, monumenti, Fiorini, Verona, 1979.
- G.Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale, Comune di Vicenza, 1955, riprodotto integralmente dall’edizione del 1987.