Ponte degli Angeli

(Elisanna Matteazzi Chiesa)

Ponte degli Angeli VicenzaIn questa veduta scorre in primo piano il fiume Bacchiglione: il ponte che lo attraversa congiunge il centro della città con il quartiere di San Pietro, chiamato dai vicentini “Trastevere” con una citazione a quella parte di Roma che sta sulla riva sinistra del Tevere.

Il ponte degli Angeli, come il ponte San Paolo, è di origine romana, era a tre archi, con profilo a schiena d’asino.

Le piene dell’Astico, prima di venire deviato, avevano fortemente danneggiato il ponte, soprattutto le due arcate verso la città, che subirono un crollo e furono sostituite con arcate di legno “donec  (pons) poterit fieri de lapide”, il che avvenne nella seconda metà del Trecento quando furono edificati tre nuovi archi in muratura, con una direzione verso sud, per evitare la porta di San Pietro, che serviva da ingresso al medioevale castello dell’Isola.

Un altro arco fu aggiunto dopo la piena del 1559, a causa della quale il ponte subì gravi danni: con la nuova arcata si intendeva dare uno sfogo maggiore al corso dell’acqua: Andrea Palladio suggerì questo nuovo restauro.

Si trattò sempre, in ogni caso, di interventi provvisori.

La totale ricostruzione fu completata nel 1889; in seguito all’inondazione del 1882 tutte le vecchie strutture vennero abbattute, compresa l’unica arcata ancora di origine romana (sul lato verso oriente). Il ponte fu ricostruito con andamento rettilineo.

Il nome del ponte, chiamato anteriormente ponte di San Pietro, risale al Quattrocento e deriva dall’antica chiesetta di Santa Maria degli Angeli che sorgeva nei pressi, fondata nel 1463 da un eremita francescano.

Al di là del ponte si apre piazza XX Settembre, sulla quale insistono alcuni palazzi, dei quali il più importante è palazzo Magrè Angaran, in stile rinascimentale dell’ultimo Quattrocento, con una bella quadrifora verso contrà Santa Lucia.

L’edificio è uno dei più notevoli esempi di architettura rinascimentale vicentina prepalladiana e, insieme a pochi altri, dà la misura di come sarebbe stata la Vicenza rinascimentale senza gli interventi classicistico-romani di Andrea Palladio.

Interrato dalle frequenti piene del Bacchiglione, intorno agli anni ’30 per salvarlo dal continuo degrado, subì un delicato intervento di smontaggio e fu rimontato e riportato al livello stradale.

La colonna davanti al palazzo trasferita dall’attigua piazza è dedicata alla presa di Roma.

Gli altri due palazzi prospicienti la piazza, tra via IV Novembre e contrà Santa Lucia sono il settecentesco palazzo Lanzi Bonaguro su contrà Santa Lucia, progettato da Francesco Zigiotti, che aveva previsto la facciata principale su contrà Santa Lucia, mentre il prospetto sulla piazza aveva funzione di loggia (resta comunque uno dei primi esempi di gusto neoclassico a Vicenza) e il seicentesco palazzo Squarzi-Navarotto, attribuito al Pizzocaro.

Gli edifici sul fiume, all’altro lato della piazza, sono di recente costruzione.

Bibliografia

  • F. Barbieri, R. Cevese, L. Magagnato, Guida di Vicenza, Editrice S. A. T., 1953.