Chiesa di Santo Stefano a Vicenza

(Elisanna Matteazzi Chiesa)

Chiesa di Santo Stefano VicenzaSiamo in piazzetta Santo Stefano, una delle più nobili piazze cittadine, raccolta e serena, chiusa tra aristocratici palazzi. Poco lontano ferve la vita del Corso e della Piazza, che non arriva a disturbare l’elegante tranquillità della zona di Santo Stefano.

Sull’angolo destro di questa veduta sporgono due torrette concluse da merli ghibellini: queste appartengono a palazzo Negri-Salvi, una costruzione quattrocentesca sorta sull’area di una preesistente casa romanica, sulla quale si impostò la nuova fabbrica.

A palazzo Negri-Salvi si appoggia il gotico palazzo Sesso Zen, di cui si scorge un breve tratto dal lato posteriore.

Il palazzo innalzato nella prima metà del Quattrocento su strutture già esistenti, si prolunga su contrà Zanella e ravviva la piazza con il colore caldo dei mattoni sul quale risalta la bella quadrifora in marmo rosso del primo piano, ripetuta al piano superiore con meno finezza in pietra biancastra ed è, con la Ca’ d’oro e gli edifici della vicina contrà Porti, uno dei palazzi tardo gotici più ammirato della città.

Sulla destra uno scorcio del retro del tempio di Santa Corona: sulla copertura a capanna si alzano la Croce centrale e i due angeli laterali.

Alle spalle la chiesa di Santo Stefano, sorta per volontà dei padri teatini, sul luogo di una delle sette cappelle cittadine, della quale è fatta menzione fin dal 1176.

Il desiderio era di erigere una grande chiesa con il prospetto principale sul Corso, ma il progetto non fu accettato dal Comune.

L’idea si realizzò più tardi appunto con la costruzione del tempio dedicato a San Gaetano, dove si trasferì la confraternita, che aveva il convento attiguo, in quella che oggi è la sede dell’Intendenza di Finanza.

Santo Stefano fu edificato negli ultimissimi anni del ’600 su progetto di uno sconosciuto padre teatino (che si era ispirato alla chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma), essendo stato respinto quello più importante di Guarino Guarini.

Santo Stefano infatti è a Vicenza l’unica chiesa di impronta schiettamente romana, se pur “adattata” a una cittadina di provincia.

La facciata venne eretta tra il 1738-40. L’ardita cupola opera del Barichella, risale solamente al 1895, è la più alta della città e, come fabbrica, seconda in altezza solo alla torre Bissara. Pure dell’Ottocento è il campanile.

La facciata in calcare a due ordini sovrapposti, corinzio quello inferiore, composito il superiore, presenta coppie di colonne nella parte centrale e pilastri laterali ed è coronata da un timpano triangolare spezzato con al centro lo stemma della città.

Le cinque statue, due nel primo ordine e tre a coronamento del timpano rappresentano la Giustizia e la Sapienza, Santo Stefano conclude la facciata, avendo ai lati San Vincenzo e San Gaetano.

L’interno, luminoso per le pareti in marmorino, è a una navata dove spiccano cinque statue della bottega del Marinali e l’altare in marmo bianco e breccia violacea (1757) con le due statue del Bonazza, provenienti dalla chiesa padovana di Sant’Agostino.

Nel presbiterio sono collocate nella parete di fondo due grandi tele: a destra il “Transito di San Gaetano” di Francesco Maffei, affollato da un volo d’angeli e dalle vesti neri dei confratelli raccolti intorno al Santo: lo sfondo rappresenta Napoli turrita; a sinistra “San Gaetano che fa fabbricare una grande chiesa nel Vicentino”, opera del Maganza.

Alle pareti laterali il “Battesimo di Gesù” e il “Martirio di Santo Stefano” della bottega dei Maganza. Altre due opere pittoriche importanti sono “La Vergine in trono tra i Santi Giorgio e Lucia”, di Palma il Vecchio, nel braccio sinistro del transetto e, nella controfacciata, “Un miracolo di San Gaetano da Thiene”, di Francesco Maffei.

La ricchezza della chiesa sono i cosiddetti “Tiepolini”, gemma dell’altare maggiore: tre tavolette lignee monocrome su fondo oro di Giandomenico Tiepolo, databili agli anni 1758-60, rappresentanti “La Resurrezione di Cristo”in quella centrale, San Pietro e San Giovanni Battista nelle due laterali.

Nella Resurrezione si intuisce anche la mente di Giovanni Battista Tiepolo.

Bibliografia

  • E. Arslan, Catalogo delle cose d’arte e di antichità in Italia, 1°, Le Chiese, De Luca Editore in Roma, 1956.
  • B. Chiozzi, Tiepolo in terra vicentina, edito da “Città di Vicenza”, 1992.
  • E. Chiesa, Vicenza città bellissima,  Panda Edizioni, Padova, 1987.