Chiesa degli Scalzi detta di “San Marco”

dsc_0369Il quartiere di San Marco prende il nome dalla chiesa omonima, una delle sette antiche cappelle, divenute le prime parrocchie cittadine.

La chiesa primitiva, modesta e povera di ornamenti, intitolata a San Marco, era stata costruita vicino al ponte Pusterla e subiva pericolosissime inondazioni, in seguito alle piene del Bacchiglione.

Fu presa quindi la decisione di spostarla in luogo più sicuro e asciutto e alla fine del XV secolo (1481-1491) i Gesuiti edificarono una chiesa dedicata a San Gerolamo, nel luogo dove oggi si trova la chiesa di San Marco; un altro cambiamento avvenne nel 1669, quando questa con il convento fu acquistata dai Carmelitani scalzi di Santa Teresa (da qui il nome di chiesa degli Scalzi).

Questi volendo una chiesa più ricca e più grande demolirono la costruzione ed eressero nella prima metà del Settecento l’attuale chiesa barocca, con la fastosa facciata a due ordini.

La parte inferiore ha un alto piedestallo dal quale si alzano eleganti colonne corinzie, che dividono la facciata in cinque comparti: in quello di mezzo sta il grande portale e statue tra le colonne.

L’interno è a unica navata, con ampio presbiterio. Adiacente al primo altare di destra è posto il Fonte battesimale. Su ogni lato si aprono due cappelle con altari per ognuno dei quali è stato usato prevalentemente il pregiato marmo di Carrara. Nel primo altare a destra il marmo di Carrara è accompagnato a marmo africano nel parapetto e nel frontone. L’altare è dedicato a San Giovanni della Croce, con pala dipinta dal Pasqualotto.

Segue l’altare di Santa Teresa d’Avila, con la mensa in marmo bianco di Carrara: la pala di Sebastiano Ricci è di ottima fattura: Santa Teresa in abbandono estatico è sorretta da angeli, spicca un bell’angelo in volo diretto verso di Lei.

Il primo altare di sinistra, di Ludovico Buffetti, rappresenta Maria bambina tra Sant’Anna e San Gioachino in una bella loggia aperta su un vasto orizzonte. Il secondo altare della “Madonna del Carmine” ha riquadri e fregi di sasso rosso francese, di interessante effetto cromatico.
Ad Antonio Balestra è attribuita la paternità della pala con San Simone Stock ai piedi della Vergine del Carmelo, a sinistra del presbiterio.

Ai lati dell’arco del presbiterio i dipinti dei profeti Eliseo (nel pilastro di destra) ed Elia (in quello sinistro) sono contenuti in cornici originali del Settecento.

Sull’altare maggiore, pure in marmo di Carrara con fregi di metallo dorato, nella placca di metallo centrale è raffigurato San Gerolamo, in quelle laterali Santa Teresa e San Giovanni. Dietro l’altare maggiore il coro ligneo è coevo alla chiesa.

Il presbiterio contiene altre due cappelle: in quella di destra è una tela con il trasporto in cielo di San Girolamo del De Pieri, mentre quella di sinistra contiene ben tre opere del Maganza.

Attigua alla chiesa è la Sagrestia, una vasta struttura architettonica con addossate alle pareti armadiature lignee con contenitori a cassettiere per paramenti sacri nella parte inferiore, mentre le ante superiori hanno decori in radica e lesene terminanti in statuine di putti in terracotta.

Di fronte all’ingresso un elemento prende figura di altare tra due armadi a forma di cappelle laterali e contiene una tela con la Madonna del Carmine tra San Giuseppe e Santa Teresa.

Altre due tele interrompono sulla metà l’armadiatura con raffigurazioni di San Giovanni della Croce (a destra) e di San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio (a sinistra): tutti i dipinti sono opera seicentesca del pittore veneziano Agostino Littorini.

Bibliografia

  • La Sagrestia di San Marco in San Girolamo in Vicenza. Il recupero tecnico-artistico dell’opera. Opuscolo edito a cura della Banca Popolare Vicentina, 1989.