(Elisanna Matteazzi Chiesa)
Al termine di corso Antonio Fogazzaro, subito prima di contrà Santa Croce, davanti a un piccolo sagrato sorge la chiesa dei Carmini, in cotto e pietra bianca, dedicata a San Giacomo Maggiore.
Il nome Carmini o più esattamente Carmine, è legato all’ordine dei Carmelitani, o frati del monte Carmelo, che ebbero in cura la chiesa fino dalla fondazione e introdussero uno speciale culto di devozione alla Madonna del Carmelo, patrona del loro Ordine.
I Carmelitani rimasero fino al 1806, anno in cui la parrocchia di San Giacomo venne unita a quella di Santa Croce, assumendo la denominazione di San Giacomo Maggiore in Santa Croce, rimanendo tuttavia più conosciuta ancora oggi in città con il vecchio nome dei Carmini.
Una piccola chiesa con annesso convento venne eretta sul luogo nel 1372-73, per volontà del vescovo de’ Sordi (la fondazione con il nome del vescovo, appartenente a nobile casata di Piacenza è ricordata in una lapide murata dopo la prima cappella del lato destro).
La piccola chiesa subì trasformazioni e ampliamenti successivi: nel 1425 assunse la struttura a tre navate, ma tornò nel 1730 a un’unica navata con presbiterio e absidi laterali minori.
L’aspetto attuale risale al secolo scorso quando acquisì un cospicuo rinnovamento, su un discutibile progetto di gotico ottocentesco a opera dell’architetto austriaco Federico Schmidt.
L’originaria struttura doveva essere un buon esempio di gotico veneto quattrocentesco, come risulta dai vecchi documenti, mentre della chiesetta trecentesca è andata perduta ogni traccia.
Il portale laterale su corso Fogazzaro, di calcare bianco, rosso e grigio, risale al secolo quindicesimo e proviene dalla distrutta chiesa di San Bartolomeo: è un bel manufatto rettangolare con due mensole ornate di foglie tra due colonne di marmo grigio e due pilastri di biancone, che reggono una cornice con decori a foglie.
Sopra la porta in una nicchia un gruppo marmoreo rappresenta la “Vergine col Bambino tra S. Alberto e S. Paolo” dello scultore nordico Krone.
L’interno a una navata con cappelle laterali ha sulla controfacciata un’arcata in pietra tenera, con tre pilastri, quelli esterni portano al centro una testa di santa e quelli interni l’effigie scolpita di un vescovo.
I capitelli sono in stile lombardesco; in quelli centrali risalta il motivo di due delfini che bevono da un vaso. Un arco con cherubini e palmette conclude l’arcata.
I pilastri di tutte le arcate degli altari del Quattrocento e del Cinquecento sono riccamente decorati con motivi di animali, frutta, foglie d’acanto, cherubini, cornucopie, putti, pampini, foglie, sfingi, strumenti musicali, stemmi, medaglioni, fiaccole, e provengono anch’essi dalla chiesa di San Bartolomeo, da dove il Malacarne riuscì a portarli in salvo prima della distruzione della chiesa, la cui area è stata inglobata nell’Ospedale.
Quattro gli altari laterali: il primo a destra è dedicato a Maria Maddalena e a Sant’Antonio da Padova: la pala “Apparizione del Bambino a Sant’Antonio” è forse opera del De’ Pieri.
La pala del secondo altare a destra è attribuita a Paolo Veronese.
Sempre nella parete di destra si apre la cappella della Vergine del Carmine, con un bell’altare corinzio (1730 ca.). Nella parte inferiore tre putti di marmo bianco sorreggono un tendaggio drappeggiato.
Sul primo altare a sinistra è la pala di Benedetto Montagna: “Madonna con Bambino e Santi”; la Vergine in veste color oro spento, assisa su un trono di marmo azzurrino e oro tiene sul ginocchio sinistro il Bambino, ai lati San Sebastiano e Sant’Antonio abate, ai piedi della Vergine angelo musicante.
Sulla destra si apre uno scorcio di paesaggio collinare, sotto un cielo percorso da nubi. Sempre sul lato sinistro il secondo altare contiene il “Trasporto di Cristo” di Jacopo e Francesco da Ponte.
Nell’abside di sinistra una tela del Carpioni rappresenta il “Martirio dei santi Giacomo e Cristoforo” con angeli in gloria.
Bibliografia
- D. Bortolan, S.Rumor, Guida di Vicenza, Vicenza, Tipografia Pontificia vesc. San Giuseppe, 1919.
- G. Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale, Comune di Vicenza, 1987.
- E. Arslan, Vicenza – le chiese -, De Luca editore in Roma, MCMLVI.
- R. Schiavo, B. Chiozzi, Vicenza città nobilissima, Libreria G. Traverso Editore, Vicenza, 1993.