di Giambattista VincoDaSesso
Splendida come un’antica tarsia, questa veduta ci mostra il sistema di piazze, che contraddistingue la città di Bassano. Il baricentro è costituito dalla piazza Libertà, delimitata a nord dallo scalato succedersi dei tetti delle Case remondiniane; a sud, dal grandioso prospetto della chiesa di San Giovanni Battista (si osservi come Albanello sa rendere il dinamico atteggiamento del santo, al culmine del timpano); a est, dai due edifici che separano questa piazza da quella di San Francesco.
Dei due il più interessante e curioso è quello porticato Cataruzzi-Danieli, che verso di noi rivolge la facciata neoclassica, verso via San Bassiano conserva la facciata quattrocentesca con resti di affresco ornamentale. Più a mattina, dalla distesa dei tetti si alza la Torre Grande, a cui fa da agile pendant il campanile di San Francesco, dietro il quale si cela quasi del tutto quello della chiesa dell’Annunziata, fatta costruire nel 1752 da don Giorgio Pirani, per servire all’attiguo “Pio Luogo delle Zitelle periclitanti” da lui fondato.
Sulla facciata di San Francesco spicca il protiro edificato nel 1306 a spese di Boninsegna di Bellino, che in cambio ottenne di avervi la tomba sotto il pavimento. A fianco, sporge un tettuccio che ripara l’affresco attribuito a Battista da Vicenza, nel quale è raffigurata l’Annunciazione con il Bambino già formato che dallo Spirito Santo vola verso il seno della Vergine. Adiacente, a sud, si offre al nostro sguardo il chiostro di San Francesco che ora ospita il Museo Civico. La terza piazza del sistema è quella del Montevecchio, la cui cortina meridionale di case si allinea col perimetro delle mura ezzeliniane.
Un altro ricordo degli Ezzelini: qui vi erano i loro palazzi e quelli dei loro uomini di masnada. Nei pressi abitavano gli ebrei che esercitavano il prestito e da loro prese il nome la contrada “dei Zudei”, indicazione oggi rimasta ad uno dei vicoli. Dal piazzotto, alla sinistra, scende il solco della viuzza Menarola, così chiamata nel Seicento dalla famiglia di stampatori ed incisori che vi risiedevano.
Alla destra, si intravede la discesa dei Portici Lunghi, fino al primo Novecento uno dei due quartieri esclusivamente popolari della città, nel quale abitavano i lavoratori del vicino porto di Brenta e dove si trovavano i magazzini delle merci, che venivano trasportate con zattere sul fiume. L’altro quartiere popolare corrisponde all’attuale vicolo Da Ponte, un tempo detto contrà Casette. Caratteristica generale del tessuto urbano bassanese è invece l’alternarsi, lungo le vie, di palazzi signorili con case borghesi e popolari.
Nel centro storico il verde è assai scarso. Dei giardini e broli che un tempo inverdivano gli spazi dietro la schiera delle case, resistono ancora e si vedono quelli di alcuni palazzi di via Jacopo da Ponte. In compenso, sullo sfondo, oltre il viale delle Fosse, la veduta si incorona di un rigoglioso boschetto, un tempo appartenente al convento dei Riformati e ora all’ex Ospedale civile.