di Giambattista VincoDaSesso
Particolarmente affascinante, la veduta ci restituisce il volto antico di questo luogo, con gli edifici dagli intonaci segnati dal tempo, visti prima di interventi restaurativi, com’è accaduto per la casa al centro, la cui facciata è stata, successivamente alla data di esecuzione della veduta, rinnovata e dipinta di rosso.
Nello sfondo, emerge sull’agglomerato urbano la Torre Grande. Questa piazzetta era un tempo il centro amministrativo e commerciale del comune di Angarano, in territorio vicentino, autonomo fino al 1810, quando venne aggregato a quello di Bassano.
Sede del municipio era un palazzo, che sta alle spalle dell’osservatore e quindi non entra nella veduta.
Le case del “Borghetto”, che si attestano lungo la breve via che conduce all’ingresso occidentale del Ponte Vecchio, appartennero sempre al comune di Bassano.
All’epoca della Serenissima, vigeva questa singolare norma: i malfattori che avevano commesso un delitto in città, se riuscivano a passare il confine tra i due comuni, segnato da un “travo piantato in terra, isolato”, posto all’inizio della breve via, si sottraevano alla giustizia bassanese ed erano salvi.
Nel 1910 la piazzetta diventò il capolinea della tranvia Bassano – Marostica – Vicenza, inaugurata il 13 novembre di quell’anno.
L’ornamento lapideo alla porta del ponte risale al 1531, quando era podestà Giovanni Alvise Grimani; di fianco, è ben visibile l’affresco dipinto da G. Grego nel 1992, che celebra l’Alpino, protagonista non solo in guerra ma anche in generose operazioni di pace.
Qui in particolare si vuole ricordare il ruolo decisivo svolto dall’Associazione Nazionale Alpini nella ricostruzione del ponte, distrutto durante la seconda guerra mondiale.
Da allora si chiamò “Ponte degli Alpini”. Il cronista Maurisio ci racconta che in questo luogo nel 1209 i bassanesi assistettero ad una scena indimenticabile.
Ezzelino il Monaco nel bel mezzo di una spedizione si ammalò a Brescia, ma avvisato che Bassano era minacciata dai suoi nemici si affrettò, benché non ancora del tutto ristabilito, a ritornarvi.
Al confine tra la città e Angarano gli andarono incontro più di cento suoi uomini di masnada, lussuosamente abbigliati, che esultanti gli fecero intorno corona e gli resero omaggio inchinandosi fino ai suoi piedi.
Il Monaco li ricambiò con grande cordialità.
Si può dire che la storia della piazzetta è stata strettamente legata alle vicende del ponte.