Bassano: veduta della chiesa della Trinità

di Giambattista VincoDaSesso

bassano del grappa chiesa della trinitàSullo sfondo sinuoso delle colline di Angarano, coltivate a vigne e olivi, sono adagiati e immersi nel verde la chiesa della Santissima Trinità, con la canonica e il Patronato, e l’Istituto delle suore canossiane.

Il romantico viale dei cipressi, messi a dimora un secolo e mezzo fa, ci invita a salire dolcemente per ammirare la bianca, elegante facciata della chiesa, famosa perché custodisce la tela della Trinità, uno dei capolavori di Jacopo Bassano, e perché è una delle opere più riuscite dell’architetto Giovanni Miazzi.

Durante l’arcipretato (1738-1760) di Domenico Stevan, il Miazzi venne chiamato a stendere il progetto della nuova chiesa sostitutiva di quella quattrocentesca ormai inadeguata.

Parte di quell’antico edificio è rimasta e si vede spuntare tra la chiesa e la canonica, mostrando sulla facciata il Monumento ai caduti affrescato nel 1921 da Antonio Marcon.

I lavori cominciarono nel 1740 e si protrassero fino al 1761 lasciando incompleta la facciata, che venne portata a termine nel 1810.

Questa è ispirata al gusto neopalladiano: come si può vedere, alti basamenti sorreggono quattro semicolonne, di ordine gigante, sulle quali poggia la trabeazione sovrastata dal classico timpano triangolare, decorato da una cornice dentellata.

Ai lati, tra le due semicolonne, risaltano zone rettangolari e quadrate; al centro, sopra il portale d’ingresso, il timpano semicircolare si accorda col superiore arco trionfale.

Al di sotto di questo si apre per dare luce all’interno il rosone, sulla cui vetrata – rimessa dopo che quella antica era andata distrutta durante la seconda guerra mondiale – sono raffigurati il simbolo della Trinità e gli stemmi del papa Pio XII, del vescovo di Vicenza Zinato e dei nobili Angarano. Fanno corona alla facciata le tre belle statue delle Virtù teologali.

Sul vertice di sinistra (qui nascosto dai cipressi) è collocata la figura femminile, col capo velato, che simboleggia la Fede; su quello di destra appare la Speranza che tiene un’ancora; al sommo svetta la Carità, rappresentata come una madre che raccoglie un bambino al seno, mentre altri due si tengono stretti alla veste materna.

Articolato nei vari edifici, che si datano dal Quattrocento fino agli anni Sessanta del Novecento, il complesso parrocchiale racchiude sei secoli di storia religiosa della comunità di Angarano.

Alla fine dell’Ottocento risale la fondazione dell’Istituto canossiano, che si è via via accresciuto fino ad anni recenti, nello spazio tra il viale dei cipressi ad occidente e quello degli ippocastani ad oriente.

Durante la prima guerra mondiale fu occupato da un ospedale militare e le suore vi prestavano assistenza ai soldati feriti