Bassano: veduta del Tempio Ossario

di Giambattista VincoDaSesso

Bassano: veduta del Tempio Ossario E’ qui inquadrata, a volo d’uccello, una zona della città che si è sviluppata nel corso del Novecento dove prima si estendeva la campagna. Il Tempio Ossario sorge imponente nello spazio oggi detto piazzale Cadorna, un tempo contrà del Bastion, poco fuori dalla cinta muraria trecentesca.

Ha una storia singolare e travagliata: ideato come nuovo Duomo di Bassano (e questo ne spiega la monumentalità), finì per diventare Ossario. La sua costruzione fu preceduta e ostacolata da annose polemiche tra i fautori e gli oppositori, troncata infine da un intervento di Pio X, in senso favorevole.

Il terreno venne messo a disposizione dall’arciprete di allora (1878-1925), monsignor Giambattista Gobbi. Il 13 settembre 1908, alla presenza di autorità e di tanta folla, il vescovo Feruglio benediceva la prima pietra. I lavori procedettero con rapidità: vennero gettate le fondamenta, alzati i muri perimetrali, collocate le colonne, ma poi tutto si arrestò per mancanza di fondi. Nuove difficoltà si aggiunsero con la prima guerra mondiale e poi con la morte dell’arciprete, avvenuta il 4 ottobre 1925.

Al suo successore (1927-1947), monsignor Angelo Dalla Paola, si offrì l’occasione di stipulare un accordo con il governo che, con metà della spesa necessaria, avrebbe contribuito a completare il Tempio, purché in esso trovassero degna collocazione le salme di circa 6.000 caduti, provvisoriamente sepolte nei piccoli cimiteri pedemontani attorno al Grappa. Fu firmata la convenzione.

L’ambizioso progetto originario – steso dall’architetto Vincenzo Rinaldo – dovette essere semplificato dall’architetto Pietro Dal Fabbro, tenendo conto della nuova destinazione e della limitata disponibilità finanziaria.

I lavori ripresero e il giorno 13 maggio 1934, alla presenza di alte autorità, tra cui il principe ereditario Umberto di Savoia, e il maresciallo Giardino, già comandante dell’Armata del Grappa, il nuovo Tempio Ossario fu solennemente inaugurato. Durante la seconda guerra mondiale, l’incursione aerea anglo-americana dell’8 febbraio 1945 danneggiò gravemente l’edificio sacro, che dovette essere restaurato e nel 1952 riconsacrato al culto.

All’interno, nei loculi distribuiti in ordine alfabetico nelle dieci cappelline lungo la navata, sono tumulate 4.033 salme. Nelle due cappelle più grandi, quelle di 236 caduti decorati, di cui quattro con medaglia d’oro. Nella cripta riposano 1.136 caduti; in un sarcofago, il conte di Salemi Umberto di Savoia Aosta, in un altro i resti di una settantina di soldati morti sotto le macerie del palazzo Moro, in via Barbieri a Bassano, colpito da una granata di grosso calibro la notte del 27 ottobre 1918. Oltre ai 5.405 caduti della prima guerra mondiale, oggi ve ne sono altri 86 della seconda. Come si può cogliere dalla veduta, il Tempio Ossario è di stile neogotico romanico.

Nell’ampia facciata a cuspide, si aprono il portale di centro, sovrastato da un grande rosone romanico, e due porte laterali, sormontate da più piccoli rosoni. Nella lunetta posta sopra la porta centrale è raffigurato in ceramica il Redentore; su quella della porta a sinistra, San Bassiano, protettore della città; su quella della porta a destra, la compatrona beata Giovanna Maria Bonomo.

Ornavano la facciata e il transetto 10 pinnacoli di pietra, di cui ora non restano che le basi, perché il 30 marzo 1935 furono abbattuti da un ciclone e non vennero più rimessi. Ogni sera dal Tempio Ossario il “campanone”, intonato sulla nota “Si basso”, diffonde sulla città la sua voce grave, per ricordare i caduti e per ammonire i vivi a non dimenticare quanti lutti costi la guerra e quanto preziosa sia la pace.