Bassano: veduta della chiesa della Beata Vergine del Caravaggio

di Giambattista VincoDaSesso

Bassano: veduta della chiesa della Beata Vergine del CaravaggioAlbanello riporta alla nostra attenzione la chiesetta della Beata Vergine del Caravaggio, oggi sconsacrata e quasi dimenticata dai bassanesi, situata com’è, all’angolo tra vicolo Teatro Vecchio e viale XI Febbraio, zona dove sono avvenuti forti cambiamenti edilizi e urbanistici.

All’origine di questo tempietto – che nell’architettura e negli ornamenti lapidei della facciata mostra i segni dell’antica grazia – c’è una storia che va raccontata.

Viveva a Bassano nel primi anni del Settecento una donna della nobile famiglia Brocchi, proprietaria anche del terreno che qui vediamo, in parte edificato e in parte alberato, e che costituiva il brolo del suo palazzo, situato pochi passi a nord della chiesetta.

La donna, Caterina, era molto religiosa ed era stata in confidenza con la beata Giovanna Maria Bonomo, monaca del vicino monastero di San Girolamo.

Per questo motivo, venne chiamata come testimone al processo per la beatificazione della Bonomo.

Nel 1706 Caterina rivolse al vescovo di Vicenza Sebastiano Venier una supplica in cui si diceva: “Come nel corso di sua vita, essendo vissuta sempre nubile sotto la grande tutela della Beata Vergine, così ora, avanzata negli anni, prima di passar alli eterni riposi, ad onore e gloria della Vergine desidererebbe impegnare parte delle sue facoltà in far erigere una chiesetta intitolata alla Madre di Dio e dotarla con rendite sufficienti.

Il sito dove brama innalzarla è fuori di Bassano in un orto vicino alla sua casa dominicale, avendo ideato che l’altare sia posto a levante e la porta a ponente sopra la strada comune”. Il vescovo diede la sua approvazione, il Senato veneto concesse la necessaria autorizzazione.

1 lavori, cominciati nella primavera del 1707, si conclusero tre anni dopo.

Il 5 agosto del 1710 la chiesetta – dedicata alla Madonna venerata nel Santuario di Caravaggio, della quale Caterina era fervida devota – venne consacrata.

Due anni più tardi la Brocchi, contenta di aver esaudito il suo voto, raggiungeva gli “eterni riposi”.

La chiesetta rimase proprietà della nobile famiglia bassanese fino agli anni Ottanta dell’Ottocento quando venne acquistata dalla parrocchia di Santa Maria in Colle.

Diventò allora sede della Compagnia di San Luigi Gonzaga, che ogni festa di precetto vi riuniva i suoi giovani per la recita dell’Ufficio della Beata Vergine e per l’insegnamento della dottrina cristiana.

Per questo, venne detta, e i bassanesi la ricordano con questo nome, chiesetta di San Luigi.

Nel 1987 il tempietto fu acquistato dal Comune.

In passato, nei funerali vigeva la consuetudine di far sostare il carro funebre sul sagrato della chiesetta, e, data la lontananza del cimitero di Santa Croce, di dare qui l’ultimo saluto alla bara.

Poi il corteo dei partecipanti si scioglieva, il carro ripartiva e imboccava via Ognissanti per raggiungere l’estrema dimora.