Cronologia delle Vedute Bassanesi con Cenni dei loro Incisori

(di Giambattista VincoDaSesso)

1612 Veduta di Bassano dal Convento di San Fortunato, acquaforte di Francesco Valesio.

Questo disegnatore e incisore, nato a Bologna nel 1560, fu attivo a Venezia nella prima metà del Seicento.

Gestì con Catarino Doino una bottega di edizioni artistiche e con lui collaborò per illustrare con incisioni libri di vario genere.

Da solo produsse le trenta acquaforti di Illustrium anachoretarum elogia sive Religiosi viri museoum (Roma 1912) scritto dal dotto Jacopo Cavacio dell’abbazia padovana di Santa Giustina.

A questa dal 1450 al 1780 fu annesso il convento di San Fortunato, la cui veduta appunto fu illustrata dal Valesio.

L’opera del Cavacio venne ristampata con le stesse tavole nel 1763 dall’editore bolognese Luigi Guidotti.

Tra le altre incisioni del Valesio, si ricordano le 317 che corredano la Raccolta di le più Illustri et Famose Città di tutto il mondo.

1681 Veduta di Bassano con stemma della città, acquaforte di anonimo unita al libro di Camillo Bevilacqua Bassano tutto giulivo, e festante per il celebre e sontuosissimo apparato in occasione del coronarsi pubblicamente l’Immagine della Beatissima Vergine Regina del Santissimo Rosario (Bassano 1681).

1700 Processione solenne per la Comunione degli infermi, acquaforte e bulino di Alessandro Dalla Via. Di questo incisore sappiamo ben poco.

Veronese d’origine, esercitò la sua arte a Venezia tra il 1688 e il 1724. Intagliò ritratti e tavole per illustrare libri.

Fu autore di alcune stampe di traduzione da pittori, tra le quali una Madonna col Bambino e Santi del Veronese.

1737 Bassano, bulino di Francesco Chiuppani, in calce al Bassano di Lorenzo Marucini unito alla Vita di San Bassiano di Giacomo Baseggio (Venezia 1737).

Francesco Chiuppani (1707-1742), sacerdote e maestro di grammatica, fu un bassanese animato da grande passione, anche se non da altrettanto senso critico, nel “raccogliere ogni memoria e frammento di antichità “ (Verci) della storia patria.

Acquisì tra l’altro la preziosa pianta dapontiana, di cui l’incisione citata costituisce un aggiornamento.

Lasciò alcune opere manoscritte, corredate da disegni di piante e monumenti, che sono utilissime per la storia urbanistica di Bassano.

Metà del sec. XVIII Piazza di Bassano, bulino di anonimo.

1769 Il Ponte di Bassano, con la figura allegorica della Brenta, acquaforte di anonimo nel frontespizio dell’opera di Giambattista Verci Rime scelte d’alcuni poeti bassanesi che fiorirono nel sec.XVI.

Nuovamente raccolte e delle loro vite arricchite da G.B. Verci, (Venezia 1769).

1754 Il Ponte di Bassano, acquaforte di Filippo Ricci nel libro di Francesco Memmo Vita e macchine di Bartolomeo Ferracino celebre bassanese ingegnere colla storia del Ponte di Bassano dal medesimo rifabbricato (Venezia 1754).

Filippo Ricci, figlio dell’incisore Bartolomeo, nacque ad Agordo nel 1727.

Lavorò per parecchi anni presso la calcografia Remondini a Bassano, insieme con Ambrogio Orio, Amadio Gabrieli, Antonio Canali e Cristoforo dall’Acqua.

A detta del Baseggio, egli era di temperamento irrequieto: “spesso partiva disgustato di Bassano, poi prestissimo pregava, supplicava di ritornarvi”.

Per il libro del Memmo sul Ferracina, edito da Remondini, incise la tavola del Ponte e quasi certamente le altre tre.

Esercitò la sua attività anche a Venezia, dove collaborò con tredici tavole all’illustrazione delle Opere di Dante edite dallo Zatta nel 1757-1758.

Tra le sue cose migliori la riproduzione dei Quattro Elementi dallo Zocchi e di quattro paesaggi dallo Zuccarelli. Sempre secondo il Baseggio, Filippo morì a Venezia poco dopo il 1780.

Dopo il 1776 Veduta di Bassano, acquaforte di Marco Sebastiano Giampiccoli.

Questi era fratello del più valente incisore Giuliano, direttore della calcografia dei Remondini, e nipote dei pittori Marco e Sebastiano Ricci, di cui amava usare i due nomi per firmare le proprie incisioni.

Nacque a Belluno nel 1706 e ivi morì nel 1782.

Per lungo tempo lavorò a Venezia, dove disponeva di una bottega calcografica e si occupava anche della vendita delle stampe.

Si racconta che col suo mestiere aveva fatto buoni guadagni, ma non seppe amministrarli e morì in miseria.

Dimostrò padronanza tecnica soprattutto nelle vedute, tra le quali spiccano le quaranta di Venezia derivate da Canaletto, Marieschi e altri pittori; la serie di ventiquattro chiese veneziane, tratte dai suoi disegni; la serie di cinquanta vedute di panorami e piazze delle principali città venete e di altre italiane.

Il Giampiccoli operò anche nell’illustrazione libraria e nell’intaglio di carte geografiche.

A Belluno si fece editore della collezione Notizie istoriche e geografiche, di varie province venete e friulane.

Dopo il 1798 Veduta minore di Bassano, acquaforte di Marco Sebastiano Giampiccoli.

Fine sec. XVIII Veduta della Brenta a nord di Bassano, acquaforte di Giannantonio Zuliani.

Egli apparteneva ad una famiglia d’incisori, originaria di Oliero trasferitasi a Venezia, e qui nacque nel 1760.

Apprese l’arte d’incidere dal padre Giuliano, di cui divenne collaboratore. Contribuì ad illustrare con sue incisioni libri come la Divina Commedia edita dallo Zatta nel 1784; il Dictionaire de l’Histoire naturelle; le opere del Pope; le Iscrizioni Veneziane del Cicogna; le Fabbriche più cospicue di Venezia, stampate da Bartolomeo Gamba nella tipografia di Alvisopoli nel 1815-1820.

Esecutore diligente, si dedicò anche alle vedute paesistiche, tra cui quelle di Bassano derivate da Francesco Antonio Canal.

Fine sec. XVIII Veduta del Margnan, acquaforte di Giannantonio Zuliani.

Fine sec. XVIII Veduta del Ponte di Bassano, acquaforte di Giannantonio Zuliani.

Fine sec. XVIII Veduta di Bassano presso San Vito, acquaforte di Giannantonio Zuliani.

Fine sec. XVIII Veduta di Belvedere e Porta di Bassano, acquaforte di Gaetano Zancon. Nato nel 1770 a Bassano da famiglia povera, dotato di spiccata attitudine al disegno, Gaetano entrò poco più che quindicenne nella calcografia dei Remondini, dove apprese ed esercitò l’arte d’incidere.

Dopo la caduta della Serenissima, si trasferì a Padova e qui inventò e intagliò stampe ispirate dalle vicende politiche di quegli anni.

Passò poi a Bressanone, chiamato dal Visdomini a lavorare nella calcografia da questo aperta, sotto la direzione del pittore trentino Pietro Marchioretto.

Fallita l’azienda, lo Zancon tornò a Bassano, dove intagliò numerosi rami sia per i Remondini sia per il Suntach.

Si trasferì quindi a Verona e qui visse alcuni anni dedicandosi all’attività di miniatore. Si recò poi a Milano, ove morì nel 1822.

Artista di talento versatile, fu richiesto di molti lavori e guadagnò bene, ma, come dice il Baseggio, condusse una vita in mediocri condi-zioni, perché “fu sempre tristo massaio”.

Incise da propri disegni e da dipinti di Raffaello, Veronese, Tiziano e altri; intagliò ritratti di re e imperatori; illustrò vari libri.

Si dedicò con successo anche alle vedute, tra le più famose delle quali le dodici del Tirolo incise e acquarellate.

Primi sec. XIX Battaglia di Bassano, acquaforte acquarellata di François Louis Couché. Questi, nato a Parigi nel 1782 e ivi morto nel 1849, apprese il mestiere d’incisore dal padre.

Derivò da quadri di soggetto storico varie stampe, incise ritratti e vedute di città.

E’ famoso soprattutto per avere illustrato libri sulle vicende della Rivoluzione francese, sulla vita di Napoleone, sulle battaglie dell’armata imperiale.

Primi sec. XIX Doppia veduta del Ponte Vecchio, acquaforte di anonimo.

1804 Stampa allegorica col Ponte di Bassano,acquaforte a punti di anonimo.

Prima del 1813 Veduta della Brenta col Ponte di Bassano, acquaforte di Antonio Regona. Questo incisore bassanese (1760-1853) si dedicò alle stampe di riproduzione da pittori antichi e contemporanei, dimostrando nella seconda parte della sua attività di seguire la maniera del Bartolozzi.

Riprodusse da Raffaello le Storie di Abramo e Giuseppe e i Ritratti ideali di filosofi; dal Veronese una Madonna col Bambino; da Fregonard la Fanciulla sollevata in aria da Amore.

Per i Remondini incise i Quattro Elementi, tratti dal Boullogne e da Raffaello.

Dal concittadino pittore Sebastiano Chemin (1756-1812) derivò due vedute bassanesi.

Prima del 1813 Veduta della Brenta dal Ponte di Bassano, acquaforte di Antonio Regona.

Dopo il 1821 Veduta di Bassano dalla Brenta, acquaforte di Antonio Conte. Scarse e incerte sono le notizie biografiche di questo incisore, nato a San Zenone intorno al 1780 e morto dopo il 1837. Si applicò soprattutto nella riproduzione da vari pittori di opere con soggetto sacro; nell’illustrazione di tavole anatomiche; nel ritratto, di cui sono esempi molto apprezzati quello dello zar Alessandro I e della Zarina.

Dopo il 1821 Il Ponte di Bassano, acquaforte di anonimo.

1826 Il Ponte di Bassano, bulino di Sebastiano Lovison. D’origine friulana, il Lovison apprese il disegno e l’intaglio presso il Mingardi a Venezia, dove dapprima lavorò.

Poi si trasferì a Bressanone alle dipendenze del Visdomini, nella cui calcografia prestava la sua opera anche Gaetano Zancon.

Fallita l’azienda, venne a Bassano e vi risiedette fino alla morte avvenuta, lui settuagenario, nel 1845.

Negli ultimi anni non poté dedicarsi al proprio lavoro, perché colpito da paralisi alla mano destra.

“Esatto disegnatore – dice il Baseggio – fu artista diligente assai nel taglio”.

Sapeva ben ritrarre le architetture, la prospettiva e il paesaggio.

Derivò da Raffaello, dal Reni, dal Canova e altri; incise parecchio anche su suoi disegni. Tra le vedute, spiccano le quattro di Bassano.

1826 Interno del Ponte di Bassano, bulino di Sebastiano Lovison.

1827 La Brenta dal Ponte di Bassano. bulino di Sebastiano Lovison.

1827 Bassano.e il Ponte dall’osteria della Colomba, bulino di Sebastiano Lovison.

1828 circa Interno del Ponte di Bassano, acquaforte e acquatinta di Domenico Landini.

Questi, nato a Parma nel 1783, si trasferì da giovane a Milano, dove si dedicò ad incidere con acquaforte e acqua tinta soprattutto vedute del capoluogo lombardo.

Molte sue stampe sono di qualità mediocre; tra le migliori si citano una Veduta del Duomo di Milano e una Veduta interna del Camposanto di Pisa inclusa nell’album Pitture a fresco del Campo Santo di Pisa intagliate da Carlo Lasinio stampato a Firenze nel 1812.

Morì a Milano nel 1835.

1828 circa Veduta di Bassano e della Brenta dal Ponte, acquaforte e acquatinta di Domenico Landini.

1828 Veduta del Ponte di Bassano, acquaforte e acquatinta di Pietro Chevalier inclusa nell’opera Di alcuni principali edifici e situazioni delle provincie venete.

Cenni descrittivi e prospettici schizzi (Padova 1828).

Ben poco sappiamo di questo fecondo disegnatore e litografo, operoso nella prima metà dell’Ottocento.

Le sue stampe, all’acquaforte e all’acquatinta, sono in grande parte incluse in opere di soggetto architettonico e paesistico.

Lavorò soprattutto per i fratelli Gamba editori di Padova, che pubblicarono con sue illustrazioni Sei principali vedute di Possagno e del Tempio di Canova (1825), Di alcuni principali edifici e situazioni delle province venete (1828), Scorsa da Verona a Veija (1829) Memorie architettoniche sui principali edifici della città di Padova.

Cenni descrittivi e prospettici schizzi (1831), Un viaggetto da Venezia a Possagno per Padova Vicenza Bassano e ritorno a Treviso (s.d.).

1828 circa Veduta del Ponte di Bassano,acquaforte e acquatinta di Pietro Chevalier.

1829 circa Bassano, acquaforte e bulino di Edward Francis Finden. Londinese (1791-1857), fu avviato all’incisione dal fratello William, del quale diventò anche socio.

Fu molto apprezzato come illustratore di opere di vario genere: artistico, letterario e turistico.

Per un famoso libro di viaggio Illustrazioni dei passi delle Alpi con cui l’Italia comunica con la Francia, la Svizzera e la Germania (1838), il Finden fornì parecchie tavole, tra cui quella di Bassano.

Derivò da pittori inglesi, tra cui Gainsborough, ritratti e paesaggi.

1841 Castello e torre degli Ecelini in Bassano, acquaforte di anonimo inclusa nel secondo volume della Storia degli Ecelini del Verci ristampata a Venezia nel 1841.

1845 Il Ponte di Bassano, acquaforte di Francesco Corsi inclusa nel primo volume dell’Atlante illustrativo che correda la Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole di Attilio Zuccagno Orlandini (Firenze 1845).

Questo incisore, di cui non abbiamo notizie biografiche, fu attivo intorno alla metà dell’Ottocento.

Tra le opere a cui collaborò con sue tavole, la Galleria Storica dell’Italia (Firenze 1845), la Raccolta di viaggi (Prato 1844), Pomona italiana (Pisa 1817-1845).

1850 circa Veduta di Bassano, acquaforte di Willemore James Tibbits. Nato (1800) in un paese presso Birminghan, si dedicò con successo all’incisione , tanto da essere accolto come socio nell’Accademia Reale nel 1843.

Molte sue acquaforti di soggetto mitologico e paesaggistico sono tratte da dipinti di pittori inglesi contemporanei, tra cui Turner. Fu anche illustratore di libri con tavole di vedute francesi, italiane e cinesi.

1850 circa Veduta di Bassano, acquaforte di Willemore James Tibbits, che riprende la precedente con qualche variante.

1850 circa La Valsugana-Bassano, acquaforte di William French (1815-1898), incisore inglese che si dedicò a riprodurre dipinti di maestri antichi e contemporanei.

1850 circa Molini sulla Brenta e Castello di Bassano acquaforte di William French.

Metà del sec. XIX Ponte di Bassano sul fiume Brenta, bulino di Francesco Franceschini. Poco si sa di questo incisore dotato di modesto talento. Nativo di Cologna, allievo di Giannantonio Zuliani, si trasferì a Bologna, dove esercitò l’attività incisoria nella prima metà dell’Ottocento.

1852 Piazza Maggiore di Bassano, litografia di Marco Moro.

Questo celebre litografo (Zenson di Piave 1817 – Venezia 1885), fu brillante allievo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Esordì nel 1841 con le litografie illustranti l’Album Pittorico del Friuli, edito dal Berletti di Udine.

Da allora e fino al 1881 svolse un’intensa attività litografica per album e libri. Molte sono le sue vedute di città e di località del Veneto. Tra gli album, ricordiamo Vicenza e la sua provincia.

Disegnata in tavole litografiche a due tinte da Marco Moro e brevemente illustrata da Francesco Zanotto (Venezia 1852), opera nella quale sono incluse quattro fa-mose vedute di Bassano, e Dal Piave al Brenta. Descrizione del Feltrino (Feltre 1876).

1852 Bassano e Prato Santa Caterina, litografia di Marco Moro.

1852 Il Ponte Vecchio, litografia di Marco Moro.

1852 La Brenta dal ‘balcone dell’arciprete’, litografia di Marco Moro.

1874 Bassano dalla discesa al Margnan, xilografia di Adolf Closs. Questo xilografo (Stoccarda1840-1894), considerato uno dei migliori del suo tempo, derivò le sue opere da pittori di architetture e di paesaggio tedeschi, tra cui Gustav Bauernfeind, disegnatore della veduta di Bassano dalla discesa al Margnan, compresa nel libro Italia.

Un’escursione dalle Alpi all’Etna (Stoccarda 1876). Questo volume, corredato da 856 xilografie del Closs, costituisce uno dei capolavori dell’editoria tedesca.

1998 Collezione Bassanese con diciannove vedute disegnate a china da Guido Albanello, stampate dall’Opificio Grafico Veneto, edite da Gilberto Padovan.

Il pittore e disegnatore Albanello, ora vicentino, nasce a Beyne – Hensay, Liegi (Belgio) nel 1952 da Mario e da Elda Santacaterina. F

in da giovane è animato da una grande passione per l’arte, studia le tecniche pittoriche e grafiche, che applica lavorando presso alcune botteghe.

Nel 1990 incontra l’editore vicentino Gilberto Padovan, che lo coinvolge nel coraggioso progetto di realizzare la più ampia collezione di vedute mai dedicata alla città del Palladio.

Nel 1995 l’editore pubblica la prima serie delle trentasei vedute in bianco e nero di Vicenza.

E’ poi la volta di Bassano del Grappa: nel 1998 viene pubblicata la prima serie delle diciannove tavole in bianco e nero raffiguranti luoghi e monumenti di questa città.

Con tiratura limitata di 700 esemplari, la Collezione Bassanese viene completata nel 2000.

Nel frattempo dalla collaborazione tra Padovan e Albanello nascono altre imprese: nel 1998 esce la riproduzione a china delle Quattro Stagioni dall’Arcimboldo; nel 2000 le due grandi vedute di Vicenza e di Verona.

Sono in progetto altre collezioni di vedute delle città venete.