L’editore vicentino Gilberto Padovan è stato invitato ad esporre presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dal 14 maggio al 12 settembre, il disegno più esteso finora realizzato della città lagunare. Un’idea fuori del comune che l’editore ha sostenuto e progettato a fine Novecento. L’opera è di Guido Albanello che con grande perizia ha realizzato un vero proprio capolavoro documentale, composto nell’insieme (360° gradi sulla città e laguna) da sette grandi fogli di cm. 160×81.
La mostra si snoda in un percorso storico sull’iconografia a stampa, di soli grandi panorami, che gli incisori illuminati, dal XV al XX secolo, hanno immortalato nelle loro lastre.
La stessa mostra, in autunno, sarà trasferita a Mosca, grazie all’Istituto di Cultura Italiana, presso il Museo di Architettura A. V. Schusev, dimostrando ancora una volta quanto Venezia sia un instancabile motore di cultura a livello
internazionale.
La mostra ripercorre, attraverso vere e proprie opere caposaldi, gli sviluppi che nel tempo hanno portato alla nascita, a fine Settecento, del termine ‘panorama’ e delle opere che ne hanno determinato la fortuna: dalla celeberrima xilografia di Erhard Reuwich di fine ‘400, al rarissimo volto di Venezia tracciato da Giovanni Merlo nel Seicento; dalle elaborazioni tra Seicento e Settecento di una curiosa Venezia dal volto nordico ai panorami ottocenteschi dei nostri più celebri incisori, impegnati a variare e ad allargare progressivamente le loro panoramiche, in una sorta di gioco di testimonianza e apprezzamento dell’inimitabile volto veneziano, fino ai nostri giorni.
Caffi, Moro, Pividor e così via testimoniano in mostra la fortuna di un genere e portano all’ammirazione del pubblico un pacchetto di opere poco note o addirittura sconosciute che, per la prima volta, possono anche essere accostate e comparate tra loro.
La mostra si conclude con le tavole di Guido Albanello che raccoglie la sfida dei provetti panoramisti dell’Ottocento.
Attraverso immagini immersive e ricche di dettagli il libro-catalogo ripercorre la storia del panorama, dalle vignette medievali fino alle riprese dei fratelli Lumière di fine Ottocento. Ampio spazio è dedicato al grande Panorama di Venezia di Giovanni Biasin e ai suoi possibili modelli: le vedute incise o litografate dagli specialisti del genere quali
Ippolito Caffi, Antonio Lazzari, Giovanni Pividor e Marco Moro; i grandissimi panorami realizzati per le più importanti esposizioni d’arte europee; i diorami e prodotti simili che giravano di città in città per l’intrattenimento dei più curiosi, senza dimenticare le opere dei vedutisti settecenteschi, primo tra tutti Canaletto. Arricchisce il volume un catalogo completo delle opere che nei secoli hanno contribuito allo sviluppo del genere. Testi di Giandomenico Romanelli, Pascaline Vatin e Carlo Montanaro.