Presentazione della Mappa Topografica del Territorio Vicentino

Come conoMappa Novello-Boschini_Webscere la storia iconografica del nostro territorio?  L’editore Gilberto Padovan ha ristampato in tiratura limitata, su carte d’arte, nelle dimensioni originali, la Mappa topografica del Territorio Vicentino, del 1676, delineata per Angelo Gio. Novello e intagliata da Marco Boschini. Una rarità nella cartografia vicentina.

In origine si trattava di una acquaforte a bulino, firmata in lastra nel cartiglio in basso, a destra. Magnifica prova, impressa su due fogli di carta vergata coeva, uniti con filigrana “fiore con lettere VC”, con ampi margini. La novam hanc et accuratissimam Territorii Vicentini descriptionem, la carta che Filippo Pigafetta pubblica nel 1608, rappresenta il prototipo delle carte del territorio di Vicenza. Essa rivela notevole accuratezza cartografica nella raffigurazione del territorio; l’esito del foglio pigafettiano fissa infatti, in sostanza, ciò che potremmo definire una sorta di

canone centripeto di rappresentazione, frutto di un’attenzione ripiegata sui precisi contorni della porzione di Stato Veneto. La più importante ma, in vero, pressochè unica ripresa dell’impostazione pigafettiana, nel corso e nel proseguo del XVII secolo, è certamente il Territorio Vicentino, delineato da Angelo Giovanni Novello e inciso, verso il 1676, dal veneziano Marco Boschini, impegnato, proprio in quella fase, nel capoluogo berico nella redazione dei Gioieli Pittoreschi, fondamentale guida, per tanti versi, alle pubbliche pitture della città di Vicenza. Marco Boschini nacque a Venezia nel 1613 e, giovanissimo, entrò nella bottega di Palma il Giovane e più tardi imparò l’arte dell’intaglio da Odoardo Fialetti. La data della morte è incerta: secondo il Melchiori avvenne nel 1678, mentre, da alcuni documenti, risulta che nel 1704 egli era ancora vivo. Il Boschini esercitò varie attività: la sua vera professione era quella di commerciante di perle (false) e conterie di vetro. Spesso veniva richiesto per stime in occasione di eredità, o come esperto e mediatore per la vendita e l’esportazione di opere d’arte. La fama del Boschini è affidata particolarmente alle sue attività editoriali, quale scrittore e illustratore di libri a stampa. Le sue pubblicazioni hanno il valore di un documento della situazione artistica di Venezia intorno alla metà del Seicento e di diretta testimonianza di una delle più vivaci posizioni della critica artistica dell’età barocca. Nel 1677 uscirono I Gioieli pittoreschi, virtuoso ornamento della città di Vicenza, cioè l’endice di tutte le pitture pubbliche della stessa città. Per la documentazione necessaria alla stesura di quest’opera, il Boschini si recò a Vicenza dal 20 luglio 1674 al 10 maggio 1675. L’attività di cosmografo, come egli stesso si definisce, o di “geographo”, come lo chiama il Martinioni, si completa con l’incisione del territorio vicentino, di cui lo stesso Boschini ci parla nella premessa dei Gioieli Pittoreschi . Questa rarissima ed importante carta del territorio vicentino è stata presentata nel salone d’onore del Palazzo Chiericati (Museo Civico) di Vicenza, il 28 novembre 2015. Il prof. Franco Barbieri ha tenuto una lezione storia sulla Cartografia vicentina.

Marco BMarco Boschinioschini

Noto per le sue doti incisorie e pittoriche, ebbe un felice trascorso da mercante di opere d’arte e da scrittore artistico di notevole fama. Solo recentemente si è scoperto che il suo anno di nascita è riconducibile al 1602 ma per molti anni, invece, si era pensato fosse il 1613. Marco Boschini, veneziano, nasce il 5 ottobre 1602 dai genitori Zuan Antonio e Leonora. Dopo gli studi letterari nel capoluogo patavino, impara l’arte in giovane età, iniziando con quella pittorica, lavorando nella bottega di Jacopo Palma il Giovane e passando, poi, per quella incisoria presso Odoardo Fialetti. Nel 1629 si sistema a Venezia in calle del Fighera San Marcuola, dove oltre a comprare casa, stabilisce anche il suo laboratorio; nel 1635 si sposa con Felice Bocchi dal cui matrimonio nascono vari figli, due dei quali maschi.. Risale a questi anni l’incisione il “Ritratto del Doge Francesco Erizzo”, che riprende l’opera pittorica di Bernardo Strozzi. Trascorre quasi interamente la sua vita a Venezia, frequentando Padova, Vicenza e Treviso oltre a Trieste, Modena, Parma, Cremona e Bologna, per lavoro e contatti professionali. A partire dal 1635, si riconosce per una Tariffa del cambio degli scudi forestieri — dove incide l’intaglio delle varie monete — oltre all’incisione raffigurante la prima processione dogale, in visita al Tempio della Basilica della Vergine Maria della Salute, disegnato da Boschini conformemente al modello di Baldassarre Longhena. Nel 1644 si evidenziano le sue capacità di illustratore in un volumetto di apparati scenici, ideati da Giacomo Torelli , per il Teatro Nuovissimo di Venezia, iniziando nello stesso anno un’attività di cartografo che diede numerosi consensi; la cosa viene ulteriormente avvalorata dalle 61 carte geografiche ne Il regno tutto di Candia del 1651 e quelle ne L’arcipelago con tutte le isole…, del 1658. Incide la Carta della Dalmazia e Albania e la Pianta prospettica dell’Isola della Certosa nel 1646 e pubblica Le Glorie de gli Incogniti, una serie di ritratti incisi di nobili veneziani. Se delle preziose opere incisorie, giunte ai giorni nostri, se ne contano numerose, lo stesso non si può dire di quelle pittoriche, pur essendo a conoscenza di un’Ultima Cena nella chiesa di San Girolamo, a Venezia, e di vari quadri in chiese e collezioni private del padovano. Tra le ulteriori attività che svolse — miniatore, disegnatore, restauratore, copista — sicuramente si distinse in quella di mercante, in particolare del mercato pittorico lagunare; numerose volte si è affiancato a Pietro della Vecchia, effettuando stime e perizie in collezioni private che conosceva come nessun altro e fu consulente per vari collezionisti, tra i quali il cardinal Leopoldo de’ Medici. Grazie alla sua cultura storiografica, oggi viene considerato il più importate scrittore d’arte del XVII secolo veneziano.Tra i suoi scritti, si segnala la Carta del Navegar pitoresco, dedicata all’Arciduca Leopoldo Guglielmo d’Asburgo, uno scambio di opinioni tra un senatore veneziano, riconoscibile in Giovanni Nani da San Trovaso, e un “professor de Pitura” riconducibile con Boschini stesso, nel quale sono descritti gli incontri tra artisti veneti e non, tra i quali Pietro da Cortona e Velàzquez. La carriera letteraria di Boschini continua con la pubblicazione, nel 1664, di una guida sul patrimonio delle chiese e dei palazzi veneziani, Le miniere della pittura veneziana che venne poi riedita dieci anni dopo, tracciando la storiografia pittorica veneziana dall’inizio del Seicento fino ai suoi tempi. Nel 1670, assieme a Giacomo Zatoni, pubblica La Regata, unico cimento maritimo a l’uso venezian, Rapresentà el presente Ano sul gran Canal de Venezia in honor del’Ilustrisima Ecelenza del Sig. Cavalier Don Sebastian Cortizzos del’Ordene de Calatravamentre ;sei anni dopo apre la trattazione ai territori veneti, pubblicando I gioielli pittoreschi di Vicenza ed eseguendo la Mappa del Territorio Vicentino, ispirandosi a un disegno di Angelo Zanovello. Muore nella sua casa di Venezia, in calle del Figher, il 1° gennaio del 1681.