Capriccio Palladiano

E’ una Vicenza magnifica e “autenticamente falsa” quella che fa l’occhiolino da Capricci palladiani, opera pittorica di Toni Vedù raccolta in un raffinato trittico dall’editore Gilberto Padovan e da questi giorni disponibile: tre tavole, preziose riproduzioni a stampa da acquerelli, nelle quali il  noto artista e illustratore si diverte a immaginare scorci di una Vicenza “virtuale”.

Recuperando un genere che ebbe anche il celebre Canaletto, in versione veneziana, tra i suoi cultori, Vedù propone infatti nei suoi Capricci tre piazze che all’osservatore danno,  al primo sguardo, la sensazionale di trovarsi di fronte a un paesaggio urbano in qualche modo familiare, proprio perché ben noti sono i monumenti che vi compaiono: tutti, infatti, firmati da Andrea Palladio o comunque ”palladiani” (compresi alcuni progettati e non realizzati), dalla Basilica di Piazza dei Signori alla villa la Rotonda, dalla frons scenae del Teatro Olimpico alla Loggetta Valmarana del Giardino Salvi. Ma ecco la Rotonda svettare nel bel mezzo della Piazza dei Signori, con tanto di fossato color smeraldo tutt’intorno; e ancora, il celebre frontale dell’Olimpico trasformarsi in maestoso ninfeo circondato da numerose opere del “maestro”, anch’egli protagonista – con la sua statua pensosa – dell’inconsueta “cartolina”;  e infine, ecco la Loggetta Valmarana sdoppiarsi e cingere l’arco delle scalette di Monte Berico, il tutto a formare la straordinaria  “quinta” di un pittoresco bacino artificiale.

Complici il tratto sicuro ed elegante di Antonio Vedù e la sua meticolosa cura del colore uniti alla vena surreale che dà “quel certo non so che” tutto particolare alle sue opere, ecco allora i “verosimili” scorci cittadini dei Capricci trasformarsi in sognati quanto originali testimonianze d’arte. Così gradevoli da farti rimpiangere un po’ che, quelle piazze, il Palladio non le abbia realizzate per davvero…