Un libro che svela l’identita dei personaggi del romanzo “Il prete bello” che Goffredo Parise aveva alterato per non renderli riconoscibili.
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Mentre sugli schermi approdava il film, tratto da “ Il prete bello”, che il regista Carlo Mazzacurati ha girato a Vicenza nel 1989, un’altra iniziativa riguardante il celebre romanzo di Goffredo Parise prende corpo nei mesi successivi. L’editore vicentino Gilberto Padovan ha deciso di raccogliere in volume gli interventi di Walter Stefani che il Giornale di Vicenza aveva pubblicato nel corso dell’anno in una rubrica intitolata “Sulle orme del Prete Bello”. Testi che hanno suscitato notevole curiosità dato il particolarissimo “taglio”…anagrafico loro conferito e che ora, debitamente ampliati ed accompagnati da altri capitoli inediti, formeranno la materia di un volume dal titolo “I travestimenti del prete bello”.
Filo conduttore del lavoro sarà il serrato confronto fra i personaggi che animano il romanzo di Parise e la loro fonte “reale” ovvero le persone che lo scrittore prese di peso dalla Vicenza della fine degli anni Trenta (epoca in cui si situano i fatti narrati) o dei primi anni Cinquanta ( epoca della stesura dell’opera) e consegnò alle pagine del suo capolavoro ovviamente travisando connotati, nomi, collocazioni “topografiche”, inventando di sana pianta, mescolando più figure “vere” in una soltanto. E la ricerca di Stefani vale proprio in quanto ci permette di capire in che modo il giovane scrittore “interpretò” la realtà che l’aveva circondato fin da bambino.
Oltre alla comprensibile curiosità di conoscere l’identità del “cavalier Esposito” o della Fedora”, di “ Cena” o del “ragioniere”, la ricognizione che Walter Stefani ha portato a termine è, inoltre, in grado di soddisfare un’altra esigenza di quanti oggi si accostino al romanzo. L’esigenza, cioè, di capire in quale contesto storico e sociale Parise abbia scelto di collocare la sua storia: la Vicenza del fascismo, dei circoli cattolici, della povertà e delle opere di assistenza, delle figure caratteristiche e di non pochi pettegolezzi. Una Vicenza che venne scossa, all’improvviso, dall’arrivo di un sacerdote impegnato in una forma di apostolato del tutto innovativo e, proprio per questo, fatalmente destinata a suscitare vivacissimi commenti.
Infine, particolare non certo secondario, il volume, dedicato ai “travestimenti del prete bello”, è arricchito da un nutrito apparato iconografico anche questo per buona parte inedito, riguardante i “luoghi deputati” della Vicenza degli anni Cinquanta che fanno da sfondo al romanzo, nonché lo stesso Goffredo Parise.
La copertina del libro è stata disegnata dall’artista Otello De Maria.