Evento sui “Panorami Veneti” – Storia e Iconografia

A Conegliano, con una relazione storica, l’editore Gilberto Padovan e il prof. Franco Barbieri hanno presentato la collezione di vedute a stampa delle città, capoluogo di provincia del Veneto,  in una conviviale del Rotary Club Conegliano – Treviso Piave.

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Franco Barbieri

A prescindere dalle piante topografiche ad uso del forestiere, oggi diremmo del turista, tutte le città venete – Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Vicenza, Verona – hanno conosciuto nel corso dei secoli loro “ritratti” , realizzati nelle forme e materiali più vari, dalla pittura, alla scultura, alla stampa e all’incisione. Tuttavia, tanto diverso materiale s’accomuna in una caratteristica peculiare; come bene è stato detto, vi si esclude, di proposito, “la neutralità della obiettività” nella ripresa della facies urbana, preferendosi “cogliere” ed

esaltare specifiche “peculiarità di connotazione” quali segni di una specifica identità. Si hanno, pertanto, “ritratti” decisamente mirati, fortemente condizionati, sulla base di vincolanti presupposti ideologici, da precise situazioni: esaltandovisi, quindi, nei vari casi, la città come munita roccaforte o scrigno di laici monumenti, civili e privati. Di conseguenza, lo sguardo rigorosamente si appunta sui “centri storici”, facilmente assimilabili, in quanto circoscritti in cinte murate dai perimetri definiti, a riferimenti iconografici puntuali e carichi di più o meno scoperte quanto suggestive valenze simboliche: perfezione di una “forma urbis” autonoma e conclusa. Ne rimane esclusa ogni eventuale alterazione della immagine così fissata: onde l’impossibilità di assimilarvi l’evoluzione della città, in continua inarrestabile espansione, acceleratasi a partire dagli incisivi stimoli della ottocentesca “rivoluzione industriale”. Ad adeguarvisi, occorre dunque superare ogni vincolo di astrazione simbolica, individuare nuovi punti di osservazione dai quali riuscire finalmente a cogliere la città nel flusso del suo incessante divenire: forma aperta e diffusa, insofferente di qualsivoglia imposizione di prefissata iconografia. A tale esigenza rispondono oggi, senza riserve, le incisioni dedicate alle città venete, con perfezione di tecnica e passione di artista, da Guido Albarello e oggetto della coraggiosa iniziativa editoriale di Gilberto Padovan. Incisioni, non si è mancato di autorevolmente osservare, di una “calibratura intenzionale calcolatissima”, davvero capace di prendersi carico della odierna “dimensione territoriale aggredita dalla urbanizzazione”: tenuto conto, soprattutto, che proprio un altrettanto sapiente uso della “luce zenitale”, giocandovi con la suggestione delle ombre derivate, vi fissa la scrupolosa minuzia calligrafica della rappresentazione in una sorta di raggiunta moderna classicità.