EVENTO-DONAZIONE ALLA VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO

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Con un evento culturale, organizzato nella Sala Federiciana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, in Piazza San Sepolcro, lunedì 23 maggio, alle ore 15.00, è stata presentata per la prima volta una versione contemporanea delle “Quattro Stagioni” di Giuseppe Arcimboldo (1527-1593). L’opera d’arte, firmata dall’autore cinqucentesco e conservata al Museo del Louvre, è stata infatti reinterpretata in maniera magistrale, a mano libera con il pennino a china, dall’artista Guido Albanello sotto la regia di Gilberto Padovan. Ad aprire l’evento è stato il direttore della Pinacoteca Ambrosiana, Don Alberto Rocca , a cui ha

seguito l’intervento del prof. Francesco Porzio, storico dell’Arte, con una  una relazione critica sull’opera. L’editore Gilberto Padovan, che si caratterizza per la sua sensibilità volta alla conoscenza e alla diffusione dell’Arte, in tale occasione ha voluto donare una copia di questa particolare collezione, tanto rappresentativa della cultura lombarda nel mondo, a tutte le Biblioteche Civiche di Milano e provincia.

Osservando le “Quattro Stagioni” di Albanello, salta subito all’occhio che la perfezione calligrafica dei disegni, esaltata e sublimata, è resa ancor più mirabile dalla tecnica precisa, persino maniacale, dell’artista vicentino. Dove il pennello del pittore milanese non è arrivato, sembra essere giunto, infatti, il suo finissimo pennino a china. La mano ferma del disegnatore, sicura e senza indugi, nell’avvicinarsi tra le corolle e le venature, nel solco tracciato dal fantastico pittore cinquecentesco, è capace di ovviare alla mancanza dell’impianto assicurato dal colore con sapiente uso dei chiaroscuri. Rotonde e vive, le figure di Albanello si staccano dallo sfondo grazie alla profondità del “nero” (a sua volta sfumato in mille gradazioni) e alla leggerezza del “bianco”, a tratti più vivido, a tratti più morbido, aprendosi in quell’infinita gamma di “grigi” che traducono nel linguaggio della china i rossi, i verdi, i gialli, i bruni del pittore milanese.

Un’altra particolarità di questo evento è che si è tenuto nella sala dove era allestita l’esposizione dei disegni originali di Leonardo Da Vinci, relativi agli studi sull’arte militare, che fanno parte del “Codice Atlantico”. Un suggestivo itinerario tra le carte del Genio del Rinascimento che ci ha lasciato stupiti per la loro bellezza ed eccezionalità. Sulla parete di fondo, inoltre, spiccava il prezioso dipinto originale del “Cesto di Frutta” di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.