Conferenza sulla lingua ed emigrazioni venete

 

Gilberto Padovan Editore, in collaborazione con il Museo Diocesano, ha presentato, nel Salone Nobile del Palazzo delle Opere Sociali,  una conferenza dal tema “Lingua Veneta”, espressione e testimonianza di una civiltà più che millenaria.  Il prof. Michele Cortelazzo, del Dipartimento Linguistico dell’Università degli Studi di Padova, ha sviluppato l’argomento, evidenziando le caratteristiche della lingua veneta comparandole a quelle delle altre lingue europee e la prof.ssa Maria Pegoraro ha parlato dell’emigrazione dei Vicentini nel mondo. Nel corso della serata è stato anche  presentata la ristampa anastatica del “Dizionario Vicentino-Italiano e regole di grammatica” del maestro e pedagogista Giulio Nazari che, dopo l’Unità d’Italia, ideò una collana di dizionari dei dialetti delle sette province venete, per insegnare l’Italiano agli alunni delle Scuole Elementari. In questo modo l’autore intendeva affrontare il grave problema dell’istruzione pubblica, cioè educare le nuove generazioni cercando di diffondere la lingua comune, l’Italiano, in grado di sovrapporsi, sia pur lentamente, ai numerosi dialetti della nostra regione. Istruire soprattutto, ma anche sviluppare una coscienza nazionale a coronamento del lungo e tormentato periodo Risorgimentale.

Qualche dato per quanto riguarda l’analfabetismo nel Vicentino. Al censimento del 1871, 37mila erano gli abitanti di Vicenza: su 18mila uomini soltanto 7mila sapevano leggere e scrivere, 840 soltanto leggere; delle 18mila donne, 10mila sapevano leggere e scrivere e 390 solo leggere. Tra il 1876 e il 1877 nel territorio vicentino erano oltre 9mila gli alunni non frequentanti l’anno scolastico, con queste motivazioni: 2600 per l’eccessiva lontananza della scuola dalla loro abitazione; 1200 per l’estrema povertà delle loro famiglie; 4500 per l’indolenza dei loro genitori; 640 per cause di malattia e 364 per mancanza di scuole femminili. La metà dei ragazzi in età scolare, dunque, disertava le lezioni per cause non dipendenti dalla loro volontà. E’ da rilevare che l’asserita indolenza dei genitori celava quasi sempre una situazione economico-familiare di grande miseria. L’edizione anastatica, che ha conservato il fascino antico dell’originario “Dizionario” ad uso delle Scuole Elementari, comincia con l’ortografia e si conclude con la coniugazione dei verbi e contiene un corposo campionario di 5850 voci e 2470 frasi proprie del dialetto vivo di quegli anni lontani, ed è diventato, ai nostri giorni, una fonte preziosa per la conoscenza del Vicentino. Di particolare interesse anche l’introduzione al Dizionario, in cui Giulio Nazari suggerisce un metodo didattico innovativo, e in gran parte ancora valido, basato sulla comparazione delle due lingue. A completamento dell’opera è stato inserito all’inizio del vocabolario un inquadramento storico scritto dal famoso pedagogo vicentino Giuseppe Malfermoni e dallo storico e giornalista Nevio Furegon.

VICENZA – LA LINGUA VENETA IN PRIMO PIANO AL PALAZZO DELLE OPERE SOCIALI