Il quotidiano “Libero” ha pubblicato un’articolo scritto da Paolo Bianchi sull’attività dell’Editore Gilberto Padovan.
[…] Fra le centinaia di iniziative delle quali è stato motore e anima, confesso di preferire la serie di innumerevoli stampe di vedute dedicate a diverse città del Veneto. In un tempo di fotografia digitale e di tecnologie avvezze alla ripetitività, Padovan si è dedicato alla costruzione di capolavori, come i disegni a matita di Guido Albanello. Decine, centinaia di vedute a volo d’uccello, che permettono allo spettatore di rendersi conto di una realtà a cui magari non ha mai potuto far caso, considerati gli ostacoli visuali e le brutture del tempo di oggi. Paesaggio, urbanistica, architettura. L’ultima impresa, poi, è spettacolare: questa di Venezia è la più importante e dilatata veduta della città che sia mai stata eseguita. Oltre 11 metri di lunghezza, quasi quattro volte le dimensioni della Venetie MD che Jacopo de’ Barbari realizza proprio nell’anno d’avvio del XVI secolo e che da allora è 2 di 2 stata considerata, come il maggiore capolavoro della cartografia veneziana. Fino a ora. I sette fogli di Albanello si impongono anzitutto per la qualità finissima del segno ma anche per l’originalità dell’inquadratura, in cui si fondono la veduta a volo d’uccello e una più moderna concezione “panoramica”, che si svolge per 360°: solo in questo modo è stato possibile mostrare, con la città, anche la laguna circostante, fornendo così la soluzione a un problema di vedutismo della città di San Marco. […]