Bassano: veduta di porta delle Grazie

di Giambattista VincoDaSesso

Bassano: veduta di porta delle GrazieQuesto è un luogo di Bassano particolarmente ricco di memorie storiche e religiose. Tra la torre e la chiesetta di Santa Maria delle Grazie, si apre la porta orientale della cinta muraria trecentesca.

Nei secoli essa variò nome: all’origine “Porta Oriola, perché ripeteva la denominazione della porta orientale della cerchia duecentesca demolita; “Porta Nogarola”, perché vicina all’immagine, ritenuta miracolosa, della Madonna della Nogara affrescata sulle mura; “Porta del Mazzarolo”, non sappiamo con certezza perché; “Porta delle Grazie” dalla chiesetta eretta alla fine del Quattrocento per proteggere l’affresco della prodigiosa Madonna; “Porta di Germania” e “Porta Austriaca” tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento perché immetteva nella strada diretta al Nord- infine dal secondo Ottocento tornò a chiamarsi “Porta delle Grazie”.

Qui la vediamo dall’interno nel suo aspetto disadorno; all’esterno invece presenta il suo volto monumentale, che venne dato nel 1560 per ordine del podestà Giovanni Tagliapietra. La chiesetta, incastonata tra le mura e gli antichi edifici, spicca con la sua bianca facciata settecentesca scandita da quattro lesene ioniche e ornata, al culmine del frontone, dalla statua della Madonna col Bambino, ai lati da quelle di Santa Teresa e di San Valentino con un fanciullo.

Questo santo, che nella chiesetta aveva un suo altare, era invocato dalle mamme bassanesi perché proteggesse i loro figlioli dal mal caduco. La devozione verso l’immagine della Madonna, di cui abbiamo già fatto cenno, era andata aumentando col trascorrere del tempo, tanto che il pio sacerdote Ludovico Rizzi volle erigere con le offerte dei devoti una chiesetta, che custodisse degnamente l’effigie miracolosa dal popolo chiamata “Madonna delle Grazie”.

Nel Cinquecento la chiesetta, affidata ai Servi di Maria che costruirono in adiacenza un conventino, conobbe il suo massimo splendore religioso e artistico: fu allora decorata all’interno dal Nasocchi e da Jacopo Bassano. Alla metà del Seicento i Servi di Maria furono costretti ad abbandonarla e da allora cominciò a decadere. Passò in mano di privati fino al 1969, quando la famiglia Polidoro, che ne era proprietaria, la donò al Comune. Restaurata, venne dedicata ai Martiri del Grappa, caduti nel tragico rastrellamento del settembre 1944.

La memoria di quell’evento è scolpita nella lapide, murata nella torre, che sovrasta la porta, con i nomi dei patrioti fucilati o impiccati, alcuni dei quali proprio agli alberi, che in parte affacciano la loro chioma sulla sinistra della veduta.

Dove ora si addossa alla torre il basso edificio del caffè Italia (così chiamato nei moti del 1848), nel primo Cinquecento i podestà veneti avevano fatto erigere una loggia, dalla quale i bassanesi potevano ammirare lo stupendo panorama dal Grappa all’Altopiano. Ancora un ricordo: la torre era collegata al Castello da un tratto delle mura trecentesche, che, dopo roventi polemiche, vennero nel 1886 abbattute: Bassano perdeva una testimonianza storica, ma acquistava un’incomparabile veduta panoramica.